Marina con barche
Sul retro: timbro Atelier De Nittis; firma ad inchiostro scuro, G De Nittis.
Autore: Giuseppe Gaetano De Nittis (Barletta 1846 – Saint Germain 1884)
Titolo: Marina con barche
Datazione: 1865 – 1870 ca.
Tecnica: olio su tavola
Dimensioni: cm. 19 x 39
Firmato sulla poppa della barca in primo piano: De Nittis
Giuseppe Gaetano De Nittis – Cenni biografici
Giuseppe Gaetano De Nittis nacque a Barletta nel 1846, figlio quartogenito di don Raffaele De Nittis e donna Teresa Emanuela Barracchia. Prima che nascesse, il padre fu arrestato per motivi politici, e due anni dopo essere uscito di prigione si tolse la vita.
Rimasto orfano sin dall’infanzia, crebbe con i nonni paterni. Dopo il suo apprendistato presso il pittore barlettano Giovanni Battista Calò, si iscrisse nel 1861, contro il volere della famiglia, all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Giuseppe Mancinelli e Gabriele Smargiassi.
Di indole indipendente e insofferente verso qualunque tipo di schema, si mostrò disinteressato alle nozioni ed esercitazioni accademiche, tanto che fu espulso per indisciplina due anni più tardi. Assieme ad altri pittori, fra cui Federico Rossano e Marco De Gregorio, si diede alla composizione all’aria aperta (dipingevano generalmente a Portici), specializzandosi nella riproduzione di paesaggi porticesi, partenopei e barlettani. Nel 1864 fu notato da Adriano Cecioni e l’anno successivo fondò la Scuola di Resìna, corrente italiana sul tema del realismo.
A Firenze, nel 1866, si avvicinò ai Macchiaioli e, dopo aver girato l’Italia toccando Napoli, Palermo, Barletta, Roma, Firenze,
Venezia e Torino, si trasferì nel 1867 a Parigi dove conobbe Ernest Meissonier e Jean-Léon Gérôme e sposò due anni più tardi la parigina Léontine Lucile Gruvelle, che influenzerà notevolmente le scelte sociali e artistiche del marito.
Il 1869 lo vide esporre per la prima volta al Salon, ma la pedissequa imitazione dei colleghi parigini fece infuriare Cecioni, che gli ricordò come il suo talento avesse bisogno di essere espresso con tratti affatto specifici. De Nittis ritrovò immediatamente la propria indipendenza artistica e riscosse grande successo al Salon del ’72 con la tela Una strada da Brindisi a Barletta. Nel ’74 ebbe ancora elogi per Che freddo!, in cui l’abituale raffinatezza di esecuzione dell’artista pugliese aveva come soggetto le giovani dame parigine, tema che seppe integrare molto bene nella pittura di paesaggio, meritandosi l’appellativo di peintre des Parisiennes (pittore delle parigine).
Il culmine della sua fama arrivò con l’esposizione del 1874, tenutasi nello studio del fotografo Nadar e comunemente indicata come data di nascita dell’Impressionismo. Secondo Vittorio Pica vi espose cinque tele, e ciò trova conferma nel Catalogo delle Esposizioni, in cui compaiono i titoli di cinque opere, dal nº 115 al nº 119: Paesaggi presso il Bois; Levar di luna; Campagna del Vesuvio; Studio di donna; Strada in Italia. Quell’anno fu poi a Londra dove dipinse scene della vita della capitale inglese.
L’Esposizione Internazionale parigina, nel 1878, riservò grandi onori per De Nittis: fu insignito della Legion d’onore, mentre una sua opera, Le rovine delle Tuileries (il cui titolo originario era La Place du Carrousel), fu acquistata dal governo per il Museo del Lussemburgo.
Morì nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye, colpito da un fulminante ictus cerebrale. È sepolto a Parigi, nel cimitero di Père-Lachaise (divisione 11) ed il suo epitaffio fu scritto da Alexandre Dumas (figlio).
Ultimo aggiornamento
13 Ottobre 2024, 10:37