Ritratti di illustri correggesi
A partire dal 1813 per volontà del Comune di Correggio, che li richiese alle principali famiglie correggesi, venne formata una collezione di ritratti di personaggi illustri della città, distintisi nelle arti, lettere o scienze, per creare così una galleria che recuperasse e valorizzasse la memoria storica locale.
Abbiamo fra questi il “Ritratto di Claudio Merulo” (1533 – 1604), organista e compositore tra i più acclamati del secondo Cinquecento, che dopo un brevissimo periodo a Brescia, dal 1557 fu organista in S. Marco a Venezia, città nella quale aprì anche una tipografia musicale. Restò nella Serenissima fino al 1584, quando si trasferì a Parma da Ottavio Farnese. Dal 1587 fino alla morte rimase in quella città, dove fu cembalista in Duomo e organista nella chiesa della Steccata. Un piccolo organo positivo a lui attribuito si trova nel Conservatorio Verdi di Parma.
La data di morte indicata nel dipinto, assai posteriore allo stesso, è sbagliata. Interessante osservare una parte di organo che compare sulla destra, che ricorda sia l’organo parmense che un bellissimo altro esemplare conservato nella Basilica di San Quirino.
Paolo Grassi (1562-1622) fu un medico correggese attivo dapprima a Novellara e quindi a Correggio, dove fu anche segretario del Principe Giovanni Siro. Sullo sfondo compaiono i dorsi dei testi di medicina della sua biblioteca privata, mentre sul tavolo spicca, su un leggio, la prima carta manoscritta del trattato De lolio stampato a Bologna nel 1600.
Tiene sulle ginocchia un bambino (non è chiaro se si possa trattare del figlio), riccamente vestito con un abito roso e giallo cupo, con ampia gorgiera, maniche larghe a righe, calzoncini corti, berretta in capo e pendente gioiello sul torace.
Domenico Ravicio (c. 1568 – 1629 è stato filosofo e medico di corte dei Gonzaga di Guastalla.
Fu autore di numerose opere che spaziano in diversi campi della scienza. Nell’Accademia degli Scioperati ebbe il nome di l’Improvviso. Studiò all’Archiginnasio di Bologna, con Mercuriale, Costeo, Tagliacozzo, Claudino e Giovanni Zecca con il quale esercitò la professione medica a Roma.
Tra i suoi scritti si ricordino almeno l’Astrologia amorosa (1610), l’Influsso maligno osservato nella terra e territorio di Guastalla (1610) e, soprattutto, la Compendiaria descripptione della virtù e facoltà del tabacco (1628) da lui chiamata “Herba regina”, con riferimento alla Regina di Francia.
Ultimo aggiornamento
25 Ottobre 2022, 14:41