Cristo Proteggente

L’opera è scolpita in marmo rosa di Candoglia, un materiale raro e difficile da lavorare. Questo tipo di marmo è noto per la sua bellezza e per essere tradizionalmente utilizzato nella costruzione del Duomo di Milano.


Per il colore affascinante, che rispondeva alle esigenze più riposte della sua sensibilità, l’Adani ricercò tenacemente questa pietra, così come del resto non desistette mai dal frequentare con insistenza le cave di Carrara, versiliesi, veronesi e quelle dell’arco alpino, trovando blocchi pregiati o venature singolari ad ogni esplorazione.


Tra le carte dello studio esiste ancora la lettera del Proto (ossia il Capo degli Operai) della Venerabile Fabbrica del Duomo di Milano che autorizzava la scultrice a salire tra le montagne piemontesi e a scegliersi un blocco di Candoglia: l’unico monte, infatti, da cui si trae la pietra rosata e ferrigna, è da secoli proprietà del Duomo Ambrosiano e i blocchi sono destinati esclusivamente alla storica Fabbrica. Questo episodio fa comprendere a pieno come l’impeccabile reputazione artistica dell’Adani la precedesse.


In particolare, il “Cristo Proteggente” (così chiamato poiché in una posa che ispira protezione) è un frammento di un’opera più grande che è stata solo parzialmente completata e poi smembrata (probabilmente per motivi economici legati al committente). Attualmente, è uno dei pochi marmi originali rimasti nel vasto studio correggese dell’artista.


La scultura è descritta come di forte dolcezza, ben costruita nei volumi e caratterizzata da un panneggio morbidissimo ed essenziale. Dopotutto, Carmela Adani lavorava direttamente il marmo e si forgiava da sola gli scalpelli, realizzando strumenti adatti ai diversi tipi di pietra facendo sì che il suo dominio sulla materia fosse tale da curarsi personalmente di ogni fase della lavorazione.

Ultimo aggiornamento

5 Aprile 2025, 17:56