Cristo deposto

Autore
Anonimo
Periodo
Seconda metà - fine XV secolo
Tecnica
legno intagliato e policromato
Supporto
Legno
Dimensioni
Lungh.: 115 cm
Sala
Rinascimento
Provenienza
Correggio, Chiesa di San Francesco

Si tratta di un’opera dai caratteri ancora marcatamente gotici, come rivelano la tipologia del volto di Cristo, fortemente allungato, e l’accentuata magrezza del corpo, con le costole poste in rilievo.
La forte stilizzazione dell’opera, da cui si esprime una certa qual rustica potenza, induce a supporre che l’autore possa essere uno scultore dell’Italia del Nord operante verso la metà e oltre del XV secolo, fortemente influenzato dai modi della scultura in legno austriaca o friulana.
Ben difficilmente in origine la statua doveva presentarsi isolata: è assai probabile che fosse collocata al centro di un gruppo raffigurante un Compianto su Cristo morto.
I mortori in terracotta, che tra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento costituiranno la manifestazione più importante della plastica emiliana, trovano dei precedenti sia nella scultura in pietra (Verona, chiesa di S. Fermo metà del XV secolo), che in legno (Bologna, chiesa di S. Maria delle Grazie alla Cavalleria, inizio del XV secolo).
La posizione del Cristo di Correggio, disteso orizzontalmente con le mani incrociate sul bacino e i piedi leggermente divaricati, come nella maggior parte dei Compianti padani, induce a ritenere che la statua sia l’unica superstite di un’insieme di sette – otto sculture in legno raffiguranti i dolenti (la Madonna, le Pie Donne, Giovanni Evangelista, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo) in atto di lamentarsi intorno al corpo del Salvatore.