Il servizio da tavola di epoca romana

Era composto da piatti e scodelle, brocche, bottiglie e bicchieri.
Il servizio da tavola poteva essere più o meno pregiato: poteva essere rozzo, la cosiddetta ceramica comune, o rivestito da una vernice rossa brillante chiamata terra sigillata dal termine latino sigillatus significa “decorato da piccole figure rilievo”.
Il servizio di bicchieri in epoca romana, come oggi, era caratterizzato da una moltitudine di forme ed era composto da coppe, boccali e bicchieri. Alcuni di questi erano di buona qualità: avevano delle pareti molto sottili ed erano variamente decorati da qui il nome di “ceramica a pareti sottili” attribuito a questo tipo di recipienti.
Lo spessore di questi bicchieri, infatti, andava da 5 a meno di 0,5 millimetri. I più sottili sono chiamati “a guscio d’uovo” a causa del loro ridottissimo spessore delle pareti.
I vasi utilizzati o mangiare per bere erano ricoperti da un leggero rivestimento di argilla finissima depurata (ingobbio) che, a seconda delle modalità di cottura, poteva assumere diverse colorazioni.

Ceramica da dispensa e trasporto

Per conservare granaglie, olio, vino, salse, frutta e carne secca, erano utilizzati dolia, anfore, olle (piccoli vasi), in rapporto alla quantità di cibo da custodire.

I dolia

Sono molto simili come forma alle ollae ma le dimensioni sono nettamente maggiori, questi potevano essere interrate in cantina così da avere un giusto grado di temperatura e umidità per una migliore conservazione solitamente contenevano cibi solidi, ma in alcuni casi sono stati anche ritrovati anche grandi contenitori che contenevano liquidi.

Le anfore

Solitamente erano utilizzate per il trasporto e rotte quando arrivavano a destinazione (un esempio è il monte testaccio a Roma che è un accumulo di frammenti di anfore e non un colle naturale!), molte anfore inoltre erano provviste di puntale, così da essere meglio incastrate nelle navi durante il trasporto.
In alcuni casi, comunque, queste venivano vendute insieme al solo contenuto.
Sono conosciute anfore da vino, da olio e per il trasporto del garum la famosissima salsa di pesce utilizzata in tutto il mondo romano.
Nelle anfore erano spesso presenti iscrizioni: bolli, impresso nell’argilla prima della cottura e serviva a determinare l’officina che aveva prodotto il contenitore; i tituli picti (iscrizioni dipinte) o i graffiti, erano posti dopo la cottura e potevano indicare o il contenuto, o il peso o l’approvazioni dei controlli delle autorità

Ultimo aggiornamento

2 Marzo 2022, 09:38