Il leone funerario romano

Ideale prologo alla visita del Museo ‘Il Correggio’, il leone marmoreo che campeggia nel porticato meridionale di Palazzo dei Principi è senza dubbio il più importante fra i monumenti d’epoca romana rinvenuti nel correggese.

Agli inizi del XVII secolo, in un terreno non lontano dalla chiesa di Rio Saliceto (detta allora di San Giorgio in Rio), alcuni lavori agricoli portarono al casuale rinvenimento delle vestigia di un edificio sotterraneo. Il capitano Orazio Rivola decise quindi di promuovere scavi su larga scala e, con notevole dispendio di mezzi, fu scoperto un sepolcro di smisurata grandezza.

Secondo le scarne cronache del tempo, si trattava di una grande cassa di marmo situata al centro di imponenti strutture, con quattro leoni e due urne, che, spezzate, non rivelarono altro che acqua odorifera.
Non ebbero migliore sorte altre vestigia del monumento: tre leoni furono ridotti in calce e diversi frammenti di marmi andarono dispersi tra Rio e Correggio.

Del sepolcro sopravvissero allo scempio solo l’iscrizione che commemorava il defunto Caius Fuficius Hilario (verosimilmente appartenente, considerando le dimensioni e la qualità del sepolcro, alla classe magnatizia) e un leone.
La targa marmorea fu dapprima adibita a soglia del Palazzo Civico. Fu poi utilizzata come materiale di reimpiego in una delle prigioni correggesi e infine fu murata all’ingresso del convento delle monache del Corpus Domini.

Epigrafe che reca l’iscrizione “Caius Fuficio Hilario”

Il leone invece dopo essere stato collocato per qualche tempo all’ingresso della casa di Giuseppe Zuccardi in Rio, fu donato dallo stesso al principe Giovanni Siro da Correggio nel 1623, che lo fece collocare sul sagrato della chiesa dedicata alla Madonna della Rosa in Correggio.

Nel 1930, dopo i grandi lavori di restauro del Palazzo dei Principi, si decise di ricongiungere leone e lapide nella nuova e definitiva sistemazione all’interno della corte porticata del maggior monumento del Rinascimento correggese.

L’aspetto del leone, terrificante e in posizione d’attacco, tutto proteso a fauci spalancate nell’imminenza del balzo (posizione e atteggiamento che ben si addicono al custode di un sepolcro) richiama molto da vicino modelli analoghi di proporzioni monumentali ben conosciuti in area emiliana.
In particolare presenta evidenti analogie con un leone funerario conservato nel museo lapidario di Modena: il rendimento pseudoanatomico è dello stesso tipo, come pure la criniera (qui senza corona), mentre le proporzioni sono più massicce.

Il pelame sul fianco è reso con un motivo a dentelli, secondo una schematizzazione già nota, grazie ad un leone esposto al Museo Civico di Imola. Tutte queste caratteristiche e l’iscrizione, che rientra pienamente in ambito augusteo, apparentano il leone correggese ai leoni funerari rinvenuti in altri centri dell’Italia settentrionale ed in particolare ad esemplari modenesi della prima metà del I secolo d. C.

Tipologie di monumenti funerari romani

Le scarse informazioni delle quali disponiamo sul sepolcro non rendono possibile stabilire con esattezza la tipologia dello stesso, anche se le indicazioni fornite dagli scavatori lasciano supporre una struttura a recinto, non escludendo però altre ipotesi (basamento parallelepipedo con sopra un monumento cilindrico o più complesso, a edicola, sul tipo di analoghi che si osservano ad Aquileia).

Di certo, in ogni caso, si era in presenza di un’ architettura funeraria di notevole dignità risalente all’epoca giulio – claudia, in concomitanza con l’ultimo grande intervento di colonizzazione nella pianura del Po.

Ultimo aggiornamento

21 Agosto 2022, 17:06