Brocca con ritratto di Leonello d’Este

Autore
Ignoto
Periodo
Metà del XV secolo
Tecnica
Terracotta graffita e invetriata
Supporto
Terracotta
Dimensioni
Alt.: 19 cm
Sala
Rinascimento

 

Brocca a labbro dritto, corpo sferoidale, ansa a nastro, piede a disco; al centro del corpo è inciso a graffito a punta un profilo di Leonello d’Este (preso dai modelli di Pisanello e Matteo de’ Pasti) rivolto a sinistra; parte inferiore non decorata, macchie in giallo e in verde, vetrina giallina.

Tra gli oggetti esposti nel Museo vi una singolare brocca di “graffita ferrarese”, cioè un particolare tipo di terracotta decorata con due tonalità di colore (il giallo ferraccia e il verde ramina), graffita e invetriata.
A prima vista le caratteristiche tecniche della brocca suggeriscono una datazione alla metà del XV secolo (tra il  1440 ed il 1460). Si potrebbe tentare una attribuzione ad un autore che non sia una generica “bottega emiliana del XV secolo”: in considerazione del fatto che Lidia Righi Guerzoni sottolineò come a San Martino in Rio fosse attivo un ramo di quella bottega emiliana denominata “degli Erri”, nella persona di Pellegrino degli Erri. Uguale tentativo può essere fatto per la datazione, restringendo l’ambito cronologico tra il 26 dicembre 1441 ed il 30 settembre del 1450.
Come mai queste due date? Esse coincidono con il decennio (o poco meno) del marchesato di Leonello d’Este, figlio di Nicolò III e di Stella dei Tolomei (detta dell’Assassino) e fratello maggiore di Borso, il personaggio effigiato sulla brocca.
Esula da queste note ricostruire nei dettagli le intricatissime vicende estensi del periodo. Basterà ricordare il difficile rapporto con i Visconti e la ricerca dei da Correggio di un equilibrio tra le due potenti dinastie in aperto contrasto. Stare con Milano o con Ferrara era un dilemma che angosciava i Signori di Correggio, all’interno della cui famiglia erano sorti due partiti, uno vicino (ma non troppo) a Milano (Antonio da Correggio) e l’altro filo-estense (Giberto, Niccolò I e Manfredo).
Come poteva essere arrivata a Correggio la brocca con l’effige di Leonello, che grazie al testamento del padre era divenuto il nuovo Marchese di Ferrara?
Grazie alle attente ricerche di elisa Bellesia è possibile dare oggi alcune risposte meno incerte a queste domande.
Riassumiamo i dati del problema. I da Correggio sono stati assolutamente filoviscontei fino al 1442, divisi tra le due casate, Visconti ed Estensi, tra 1443 e 1446, decisamente filoestensi dal 1447 al 1450.
All’inizio del suo governo, Leonello d’Este aveva la necessità di dimostrare da un lato di essere il legittimo signore di Ferrara e dall’altro di meritarsi tale onore: se Leonello non si fosse sentito legittimato nella sua carica nei confronti dei suoi sudditi, avrebbe perso prima la credibilità e quindi il potere. Il processo di legittimazione avvenne con un’astuta, diffusa e capillare politica di immagini, volta ad esaltare le grandi doti personali di stratega e uomo di lettere di Leonello, che passava anche attraverso la distribuzione di oggetti, come questa brocca, in cui campeggiava la sua immagine.
Un’immagine ripresa dai modelli allora circolanti sulle medaglie e sulle monete di Pisanello e di Matteo de’Pasti e derivati da quel ritratto eseguito da Pisanello per la prima volta nel 1441.
La brocca con il ritratto di Leonello molto probabilmente è stata prodotta in loco, comunque tra San Martino in Rio e Fosdondo, dove era attesta un’altra fornace, e realizzata sicuramente dopo il 1441, ma con molta probabilità anche dopo il 1447, forse  tra il 1448 ed il 1449, quando il casato correggese era ormai schierato politicamente con gli Estensi e Beatrice d’Este, moglie di Niccolò I da Correggio, donna di lettere e di arti, avrebbe potuto portare con sé a Correggio un ritratto del fratello e signore di Ferrara che avrebbe avuto, in tal caso, la funzione di medium verso il ritratto della nostra brocca.

 Gabriele Fabbrici